
Ep.05 Il ladro di ciglia
Il ladro di ciglia
Narratore (N): Su una vecchia locomotiva a vapore, dallo stile romantico e affascinante, il Commodoro Wilkinson e il suo giovane amico il Ragazzo Cane, viaggiano verso una nuova avventura. È un piccolo vagone a dodici posti direttamente collegato con una locomotiva dal robusto corpo di ferro. Il trenino, annerito dal tempo e dall'uso, emana un'aura di maestosità. La grande caldaia cilindrica, decorata con eleganti dettagli in ottone, brilla sotto il sole. La ciminiera alta e affusolata emette sbuffi di fumo bianco che si disperdono nel cielo, creando un'atmosfera nostalgica.
Ragazzo cane (RC): Come mai stiamo viaggiando da due giorni su questo vecchio e puzzolente treno? Non mi hai detto dove stiamo andando? Perché questo mistero?
Commodoro Wilkinson (CW): Tempo al tempo giovine. Se la vita mi ha insegnato qualcosa, ragazzo, è ad avere pazienza. La pazienza è un’arte che io ho appreso stando in mare per tutta la mia vita. Il mare ha tempo… molto più di noi ragazzo.
RC: Si ho capito ma neanche un indizio di dove stiamo andando? Io immaginavo avventure per mare alla scoperta di isole tropicali farcite di bellezze di ogni tipo e… liquori selvaggi.
CW: Bene se proprio lo desideri… Hai mai sentito parlare del villaggio di Vassilonia in Transilvania?
RC: In Romania! Ormai non si chiama Transilvania da più di un secolo. Ma quanti anni hai Vecchio?
CW: Ebbene si chiamava così quando ci misi piede tanti anni fa o forse no. Non ricordo più. Dunque ragazzo, a nord di Sibiu, la più ricca delle sette cittadelle murate, vi è un villaggio di mille anime circa, Vassilonia. Quella è la nostra meta e questo stanco treno è l’unico mezzo che ci può condurre a Vassilonia.
N: Durante l’insolito viaggio il Commodoro raccontò di un’avventura vissuta tanti anni prima in cui aveva conosciuto il “Ladro di ciglia” e narrò di una bevanda che lo aveva veramente sorpreso. I due avventurosi amici stavano ritornando nel luogo incredibile per cercare di assaporare ancora un’altra volta la bevanda incredibile…
CW: Eccoci arrivati. Questa è la piccola stazione ed il capolinea della vecchia ferrovia. Ragazzo Cane benvenuto a Vassilonia.
N: All’uscita della stazione nella piazzetta antistante vi era una statua in bronzo che catturò l’attenzione del Ragazzo Cane. Rappresentava un pene sorridente e su una targa vi era incisa questa frase: “A Dimitru… vivere ridendo. Grazie”
RC: Azz. Che luogo strano. Freddo anche in estate. Accidenti non mi sono portato abiti pesanti. Gelerò.
CW: Non ti serviranno. Vedrai. Ricorda le pie parole.
RC: Non mi hai ancora raccontato la storia del Ladro di ciglia. Come lo hai conosciuto?
CW: Beh sono passati molti anni ragazzo. Devi sapere che la mia prima moglie era originaria di queste zone.
RC: Sei stato sposato? Non me lo avevi detto.
CW: Non me lo avevi chiesto. Ci sono molte cose di me che ancora non sai giovine stronzetto. Comunque questo ora non è importante.
N: I due amici si avventurarono a piedi verso una zona con poche abitazioni, per lo più piccole fattorie addormentate nella campagna desolata. E intanto il Commodoro Wilkinson raccontava…
CW: Dicevo C’era questo uomo…
RC: Il ladro di ciglia?
CW: Proprio lui, che venne incriminato appunto per degli insoliti furti. Dimitru Cojocaru questo era il suo nome. Pover’uomo.
RC: Era? Perché non c’è più?
CW: No, morì circa dieci anni or sono. Dunque, Dimitru aveva un problema che lo affliggeva sin da bambino: aveva ciglia cortissime, praticamente invisibili. Questo lo faceva sentire terribilmente insicuro, tanto che aveva sviluppato un'ossessione per le ciglia lunghe e folte.
Ogni notte, da quando aveva 24 anni, Dimitru si vestiva con un mantello nero e un cappello a tesa larga, per non essere riconosciuto, e si avventurava furtivamente nelle case dei suoi compaesani.
RC: Per fare cosa?
CW: Armato di una minuscola pinzetta d'oro, rubava con destrezza le ciglia più belle e folte che riusciva a trovare. Le sue incursioni notturne erano così silenziose e precise che nessuno si accorgeva del furto, svegliandosi solo con una strana sensazione di leggerezza sugli occhi.
N: Il ragazzo Cane e il Commodoro, camminando lentamente, arrivarono ad una vecchia casa di mattoni rossi, segnata dal tempo e dalle intemperie. La facciata coperta da rampicanti e muschio, mentre le finestre con infissi in legno scuro mostravano i segni del tempo.
RC: È qui che volevi portarmi? In questa vecchia casa di campagna?
CW: Certamente Ragazzo Cane. Questa è la casa di Dimitru. Il ladro di ciglia.
N: Proprio in quel momento dalla vecchia porta della casa di mattoni rossi uscì una donna di circa 40 anni, incantevole e affascinante. I suoi capelli color rame, lunghi e lucenti, incorniciano un viso radioso con tratti delicati. Gli occhi, luminosi e penetranti, riflettevano una saggezza matura e una vivacità giovanile.
CW: Ragazzo cane, ti presento Anja. La figlia di Dimitru.
Anja: Commodoro che grande piacere vederti.
RC: Piacere di conoscerti Anja.
CW: Anja cara ragazza come stai? Pensa ragazzo quando l’ho conosciuta aveva poco più di 10 anni.
A: È un buon periodo Commodoro. Il raccolto è andato bene e il tempo è mite. Ma che maleducata che sono. Entrate in casa vi prego. Accomodatevi.
N: All'interno della casa, in un'ala laterale, il Ragazzo Cane vide un'antica distilleria. I vecchi alambicchi in rame, anneriti dall'uso, e le botti di legno riempivano l'aria di un aroma intenso e alcolico. I pavimenti in pietra e le travi a vista sul soffitto aggiungevano un tocco rustico a quel luogo intriso di storia.
A: Posso offrirvi da bere? Magari un assaggio della grappa di quest’anno?
RC: Commodoro, stiamo parlando della bevanda di cui mi hai parlato?
CW: Non saprei. Anja è la ricetta di tuo padre?
A: Certamente l’unica ricetta che io conosco. L’unica che preparo. Ragazzo il Commodoro ti ha parlato di mio padre?
RC: Mi ha accennato qualcosa.
A: In gran segreto, mio padre, aveva allestito una distilleria dove produceva una bevanda alquanto particolare: la Grappa della Disperazione. Questa grappa non era fatta solo di ingredienti tradizionali; mio padre mescolava le ciglia rubate con lacrime di tristezza, raccolte nei momenti in cui si guardava allo specchio e vedeva le sue ciglia corte e sfortunate. Il risultato è una bevanda dal gusto incredibilmente amaro e forte, che prometteva di portare chiunque la bevesse in uno stato di disperazione momentanea, seguita da un'immediata risata liberatoria con atti osceni incontrollati.
CW: Ragazzo, devi sapere che una notte, durante una delle sue incursioni, Dimitru si imbatté in un paio di ciglia così lunghe e belle che non poté resistere alla tentazione di rubarle immediatamente. Ma proprio mentre stava per afferrarle, il proprietario delle ciglia, una giovane donna di nome Ruxandra, si svegliò e lo colse sul fatto.
A: Ruxandra, invece di gridare o chiamare aiuto, guardò mio padre con curiosità e chiese: "Perché rubi le ciglia della gente?"
RC: E che successe dopo?
A: Mio padre spaventato e sorpreso, confessò la sua triste storia. Ruxandra, colpita dalla sincerità del ladro, propose un accordo. Era un'erborista esperta e conosceva un rimedio naturale che avrebbe potuto aiutare mio padre a far crescere le sue ciglia. In cambio però, avrebbe dovuto smettere di rubare e rivelare la sua Grappa della Disperazione al villaggio.
CW: A questo punto della storia direi di assaggiare la grappa, che dite? Ho la gola secca. E tu Ragazzo Cane?
RC: Assolutamente si. Anche la mia gola chiede da bere.
N: Anja andò a prendere una piccola bottiglia blu e riempì tre bicchierini minuscoli con il liquido tanto decantato. La Grappa della Disperazione.
A: Commodoro, hai avvisato il tuo giovane amico degli effetti della grappa di papà?
CW: Non ti preoccupare Anja, il ragazzo ha del fegato ingrossato. Ragazzo è meglio se ti slacci i pantaloni prima di bere. Non vorrei che la cerniera dei jeans ti dia dei problemi.
N: I tre brindarono all’amicizia e trangugiarono il liquido azzurrognolo in un solo sorso. Scoppiarono a piangere e dopo qualche singhiozzo cominciarono a ridere a crepapelle. Il Ragazzo Cane si abbassò i pantaloni e fece uscire il pene saltellando in giro per la stanza, ridendo come non gli era mai successo nella vita. Il Commodoro non riuscì ad estrarre il suo ma si limitò ad urlare e ridere come un pazzo. Anja invece era perfettamente composta.
RC: (ridendo) Non sono mai stato così felice vecchio. Il momento più bello della mia vita. Ti prego dammi un altro bicchierino di Grappa della Disperazione. (risata fragorosa)
A: Assolutamente no. Questo distillato va preso una sola volta alla settimana. Se con un bicchierino hai fatto uscire il pene non immagino cosa combineresti se ne bevessi dell’altro.
CW: (ridendo ancora un po’) Credo che Anja abbia assolutamente ragione. Basta così Ragazzo Cane. Ora rimetti il pennello al suo posto. Da bravo. A cuccia!
RC: Va bene Anja, sei tu l’esperta della grappa. Però voglio sapere come è andata a finire la storia di tuo padre.
N: I due amici poco alla volta si calmarono e Anja riprese il racconto di suo padre.
A: Ruxandra l’erborista divento sua moglie, mia madre per essere precisi e lei preparò la pozione speciale per mio padre, che dopo qualche settimana iniziò a vedere i risultati. Le sue ciglia crescevano più lunghe e folte che mai. Nel frattempo, la Grappa della Disperazione divenne un fenomeno nel villaggio. Gli abitanti, curiosi di provare la bizzarra bevanda, si radunavano qui da noi una volta la settimana per assaporarla ed estrarre il pene in segno di giubilo. Sapessi quanti ne ho visti…
N: Dimitru divenne una figura amata e rispettata nel villaggio tanto che fecero una statua in suo onore. Non era più il Ladro di Ciglia, ma il Maestro della Grappa della Disperazione. E ogni volta che qualcuno gli chiedeva come aveva fatto a crescere ciglia così belle, sorrideva e rispondeva: "A volte, per trovare la felicità, bisogna passare attraverso un po' di disperazione, estrarre il pene e farsi qualche risata."