Ep. 09 L'urina di Tanuki
E9

Ep. 09 L'urina di Tanuki

L’urina di Tanuki
Narratore (N): In un piccolo porto in Marocco, il Commodoro Wilkinson, un vecchio lupo di mare noto per la sua propensione all'alcol, e il suo giovane amico il Ragazzo Cane, altrettanto amante dei liquori, stavano chiacchierando amabilmente sull’importanza del luppolo nella birra. Era una delle loro solite nottate al bar del porto, dove le serate passavano in allegria, tra colossali bevute, incredibili storie di marinai e isole sperdute negli oceani, giù a sud del mondo.

Ragazzo cane (RC): Ho capito, però potresti farla anche senza il luppolo, sarebbe buona comunque, avrebbe solo un altro sapore…

Commodoro Wilkinson (CW): Si, saprebbe di piscio. Il luppolo contiene oli essenziali che danno alla birra il suo aroma caratteristico, fesso di un ragazzo. Non sarebbe la stessa cosa senza.

RC: Che discorsi, vecchio. Ci sarà pur qualcuno al mondo che la fa senza questo cazzo di luppolo. Sai cosa, è il nome che mi da fastidio. Luppolo. Si… mi rode al culo, il nome.

CW: Certo che quando bevi, lurida triglia, perdi veramente il lume. A parte il nome, che a me non dispiace affatto, il luppolo ha proprietà antibatteriche che servono a conservare la birra. Sai che esistono i batteri, vero?

RC: Si che lo so. Milioni di batteri.

CW: Ecco, potrebbero rovinarla. Il luppolo invece fa anche da conservante.

N: Seduto poco lontano dai due amici che stanno disquisendo sulla birra, siede un signore attempato che senza volerlo ha ascoltato il dialogo. Si alza dalla vecchia sedia di paglia e avvicinandosi a i due amici inizia a parlare…

Signore attempato (SA): (con accento vagamente veneto) Chiedo perdono se mi intrometto, sono un viaggiatore anch’io come voi suppongo, di solito non sono uno che ascolta le cose degli altri ma la vostra discussione a volume alto mi ha distratto dai miei pensieri e ho sentito quello che dicevate.

RC: Non si preoccupi buon uomo, qui al bar del porto tutti sanno tutto di tutti se riescono a capirlo. Non ci sono segreti tra noi etilisti notturni.

CW: È lui che grida come un alce, quando ha giù un bicchierino di troppo.

SA: In ogni caso, chiedo perdono. Giovine ragazzo, ti lamenti del nome Luppolo ma se tu conoscessi la mia storia scopriresti che i nomi non sono altro che uno scherzo della natura, uno scherzo beffardo che il fato o i genitori maledetti ti hanno fatto, senza che tu sapessi nulla.

N: Il signore attempato inizia a raccontare partendo da lontano, dal Nihon. O come lo pronunciamo noi… Dal Giappone.

SA: C’è, sapete, in un piccolo villaggio ai piedi del Monte Fuji, un samurai di nome Kakami Nakazata, figlio di un famoso maestro artigiano e di una donna veneta di nome Ilda. Mia sorella.
Tekuro, il marito era conosciuto in tutto il Giappone per le sue spade. Dei capolavori. Guardate questo pugnale. Questo è un dono che Tekuro mi ha fatto tanti anni or sono quando nacque mio nipote Kakami.

N: Il Signore estrae dalla guaina attaccata alla cinta dei pantaloni un pugnale di acciaio lucido come uno specchio con un’impugnatura in bronzo dorato dall’insolita e originale forma di pene.

SA: Che artigiano incredibile quel Tekuro Nakazata. Ecco ragazzo, come dicevo pocanzi, questo si che è un nome davvero difficile da portare. Tekuro Nakazata. Altro che Luppolo.

N: Ma c'era un altro segreto nella famiglia Nakazata che il signore attempato, per distrazione o per vergogna, non disse: Kakami, il figlio di Tekuro, distillava clandestinamente un Sakè potentissimo chiamato "Sakè del Samurai che fa le flessioni sui mignoli".

CW: Hai sentito, ragazzo? La voce fuori campo parla di un Sakè che ti fa sentire invincibile.

RC: "Sakè del Samurai che fa le flessioni sui mignoli" Ah, Commodoro, lo sai vero che per una bevanda così venderei un testicolo!

CW: Ci avrei scommesso il tuo scroto, ragazzo. Prepariamo la barca allora. Ci aspetta un lungo viaggio, ma immagina il tesoro che troveremo alla fine! E cerca di non dimenticare le crocchette per Fred.

RC: Agli ordini. Commodoro. Crocchette per Fred? Segnato.

N: I due, salutarono il viandante impiccione e uscirono dal bar del porto. Dopo settimane di navigazione e avventure per mare, il Commodoro e il Ragazzo arrivarono finalmente in Giappone. Dopo aver attraccato la Topa, in sella a muli giapponesi si diressero verso il Monte Fuji, cercando di ottenere informazioni sul misterioso samurai distillatore. Alla fine, in una tipica Izakaya con uno stentato e terribile inglese, trovarono un vecchio mercante quasi sordo che indicò loro la casa di Kakami il samurai.

RC: Lascia parlare me, vecchio. (suonando l’antica campana alla porta) Ohayō. Chiediamo perdono per il nostro disturbo. Stiamo cercando il venerabile samurai Kakami.

Ilda: (I) Ohayō anca a vo altri. Chi seo voi? (chiamando) Kakami, toso, gavemo dei ospiti rompi cojoni. I sembra marinai stranieri, i spuza de pesce, vei qua che no capiso un caso, i te gha ciama semurai.

Kakami (K): (arrivando) Gentili viandanti, venerabile anziano… cosa posso fare per voi?

CW: La voce fuori campo ci ha parlato del "Sakè del Samurai che fa le flessioni sui mignoli"

I: Ostia de quela porcasa. Savevimo che prima o poi i te ciapava. Voi seo dela polizia antialcolica?

RC: Ma no signora, stia serena. Noi siamo solo due turisti etilisti curiosi. E poi lui, il venerabile commodoro è troppo vecchio per essere pericoloso. Giusto Commodoro Wilkinson

CW: Ooo

I: Sarà ma no me fido dei etilisti pederasti. Katami te laso con sti du stronsi. Vedi de no far monade bocia. Se no te spaco i ginoci. Te vedi dopo come che te vai sul Fuji.

K: La mia anima sapeva che prima o poi qualcuno avrebbe bussato alla mia porta.

N: Kakami rimase in silenzio per un bel po’. Forse soppesando il rischio di raccontare a due sconosciuti il suo pesante segreto. (pausa lunga)

RC: (sottovoce) Non dice niente?

K: (pausa lunghissima) Ebbene vi racconto tutto dall’inizio. Basta segreti.

RC: E finalmente…

K: Ogni anno, quando il frutto segreto delle cime del Monte Fuji matura, io in totale solitudo, mi reco in un viaggio periglioso per coglierlo. È un compito arduo che richiede il coraggio di un samurai e l'abilità di un distillatore. È una tradizione che mi ha insegnato il mio mentore. Tekuro, mio padre, il venerabile artigiano delle spade del pene.

CW: Interessante.

K: Lo Yuzur, il frutto della puba, una volta raccolto e lasciato riposare al caldo, serve per il mio sakè. È una ricetta tramandata da generazioni che il mio bis nonno Tutiri ha passato a mio nonno Tekucho e in seguito a mio padre Tekuro e che poi è giunta a me. Kakami il samurai di Fujikawaguchiko.

RC: Si ma come fai? Qual è il procedimento per questo sakè?

K: Lo Yuzur viene tagliato con la mia katana speciale, quella di famiglia, conosciuta come la "Katana della Notte", il suo succo acido e dolce allo stesso tempo, viene lasciato fermentare cinque giorni e cinque notti nell’urina di tanuki per rilasciare il suo potere misterioso nel Sakè.

CW: E chi sarebbe questo tanuki?

RC: Tuo cugino?

CW: Un tuo parente?

K: (risata) Sciocchi viandanti simpatici. Tanuki è simile a un procione per l'aspetto, ma è più strettamente imparentato con i canidi.

RC: Cazzo è un cane. Nel piscio di cane…

CW: No è più un procione. Lurido procione bastardo…

K: Silenzio stranieri. Rispetto! Il tanuki è originario del Giappone, ma si trova anche in altre parti dell'Asia orientale. È un animale selvatico per noi semi sacro.

N: Insomma, Kakami il samurai prosegue spiegando nel dettaglio la ricetta per preparare il suo "Sakè del Samurai che fa le flessioni sui mignoli" finche la madre lo interrompe bruscamente…

I: To pare te lo ha detto tante volte, stormenito. No te devi contar la nostre scodeghe. Se mejo no fidarse de quelo li con la facia da mbriagone. Varda che bruto che le. Con quel capeleto da semo. Ricordete le parole de to pare. Se te voi risciar le bale faghe almen fare el giuramento dell’osel.

K: Madre, lo so che nessuno deve sapere del nostro segreto. Ma gli spiriti della montagna mi hanno rivelato in sogno che possiamo usare questi due stranieri a nostro vantaggio. Lasciami parlare con loro nel sacro giardino.

N: Kakami fece accomodare il Commodoro e il Ragazzo Cane nel suo giardino circondato dai ciliegi in fiore sul retro della casa di famiglia. In quel luogo la pace e il silenzio regnava assoluto. Accompagnò i due stranieri etilisti sul piccolo ponte in legno sopra il laghetto con le carpe, appoggiò la mano sui testicoli dell’airone di giada che troneggiava sul corrimano del ponte e indicando all’orizzonte l’alta montagna, disse:

K: Stranieri. Guardatemi negli occhi… Guardate la montagna… Guardatemi negli occhi…

CW: Per le sogliole in padella dove dobbiamo guardare? La montagna o i suoi occhi?

K: Silenzio straniero. Guardatemi negli occhi… Guardate la montagna… Guardatemi negli occhi…

RC: Cazzo mi gira la testa.

K: Cosa vi porta qui veramente, così lontano dalla vostra terra? Liberate lo spirito e apritevi alla via della sincerità.

RC: Porca puttana vecchio… ancora non l’ha capito. Siamo alla ricerca del Sakè. "Sakè del Samurai che fa le flessioni sui mignoli". Abbiamo sentito che solo tu sai come distillarlo. Ecco la verità.

CW: Sì, e siamo disposti a fare qualsiasi cosa per assaggiarlo!

K: Guardatemi negli occhi. Guardate la montagna. Guardatemi negli occhi… Guardate…

N: Kakami osservò a lungo i due uomini continuando la litania e infine decise di metterli alla prova. Si azzitti improvvisamente e chiuse gli occhi.

RC: Perché non parla? Perché non dice più niente?

CW: Secondo me lo hai offeso. Ecco lo sapevo non dovevo farti parlare.

K: Silenzio stranieri. Mi sono consultato con gli spiriti dei miei avi. Abbiamo deciso. Se volete davvero il mio Sakè, dovrete aiutarmi a raccogliere il frutto segreto sulle cime del Monte Fuji. È un compito pericoloso e richiede coraggio. Ma prima, il giuramento del pendùlo.

CW: Ostrega…

N: Kakami il samurai condusse i due stranieri nel piccolo tempio di famiglia, dopo una preghiera, fece inginocchiare i due ospiti a gambe divaricate, la madre in gran fretta bendò con una sciarpa di seta rossa.

I: Cosita non se vede el sangue se sbaglia mira.

N: Poi con una sontuosa spada con l’impugnatura a forma di pene, pronuncio una frase incomprensibile dando un colpetto con la lama sulla guancia sinistra, una bottarella sulla testa e un colpetto dal basso sullo scroto dei due avventurieri.

RC: Ma porca puttana, vecchio. Ha dato una botta alle palle anche a te?

CW: Vacca boia. Si perché lo ha fatto anche con te?

I: Tranquili tosi e sè el rito dell’osel. Se ancora tuti intieri, banda de cojoni. E adeso su. Fora dae bale. Ande a trovar sto fruto del cazo.

N: Il Commodoro rimase al villaggio mentre il Ragazzo Cane accettò senza esitazione, e iniziò la sua avventura. Kakami e il Ragazzo scalando le impervie pendici del monte Fuji, affrontarono tempeste e creature selvatiche, ma alla fine raggiunsero la cima e raccolsero i preziosi frutti.

RC: (urlando al cielo) Commodoro, ce l’abbiamo fatta, abbiamo i frutti del monte.

N: Tornati al villaggio, stremati, Kakami iniziò il processo di distillazione, usando la sua Katana della Notte per tagliare i frutti e liberare il loro potere. Dopo cinque giorni di lavoro e tanta urina di tanuki, il "Sakè del Samurai che fa le flessioni sui mignoli" era pronto per essere degustato.

CW: Questo è il Sakè più incredibile che abbia mai assaggiato! Ne valeva la pena. E abbiamo ancora le nostre parti basse. Giusto Ragazzo?

RC: Assolutamente si! Ho le vesciche i piedi ma ne sono felice. Kakami come avete fatto tu e i tuoi antenati a mantenere il segreto così bene, Kakami?

K: Sono le sacre vesciche. Mio nuovo amico. Il segreto vedi, è un'arte che richiede dedizione e rispetto per la tradizione. Ma voi due avete dimostrato di avere il cuore di un samurai e qualche goccia di sangue nell’alcool che vi circola in corpo. Bevetelo con onore e ricordate il sacrificio.

N: E così, i due amici tornarono alla barca del Commodoro con un bottiglia del prezioso "Sakè del Samurai che fa le flessioni sui mignoli", promettendo, se ci riuscivano, di mantenere il segreto della ricetta e di onorare la tradizione di Kakami.