
Ep. 10 Es la vida
Es la vida.
CW: (canticchiando allegramente) Com’è bello navigar su una bella topa… Ehi giovine, per pranzo ti vanno bene due spaghettini ai calamari e cherry?
RC: Ancora? Porc… Un’altra volta spaghetti ai calamari… Basta per favore non ce la faccio più. Sto diventando un calamaro anch’io. Ormai cammino come un calamaro… Puzzo come un calamaro…
CW: Lavati allora, lurido cane. Che il diavolo mi trascini negli abissi… viviamo per mare e si mangia quello che c’è in mare. Per le brache di Nettuno. Ma che razza di marinaio sei. E sentiamo il moscardino… che cosa vorrebbe mangiare?
N: Al largo della Guinea il sole è alto nel cielo e sulla Topa, la vecchia barca del Commodoro, e quasi ora di pranzo. I nostri due amici stanno disquisendo sul cibo che a bordo, pare essere sempre lo stesso.
RC: Non lo so magari del pollo allo spiedo, due braciole alla griglia, la parmigiana di melanzane… che ne so. Una mozzarella… Un risottino ai funghi magari, ecco si.
CW: Ma sentitelo il fighetto, la mozzarella… un risottino ai funghi. E sentiamo un po’ genio dove li trovo i funghi, qui in mezzo al mare?
RC: Scendiamo a terra e andiamo a cercarli!
CW: In spiaggia?
RC: (risata) In montagna magari.
CW: In montagna? Figlio di una balena. Io, un lupo di mare. Ma mi ci vedi ad arrampicarmi tra i sassi? Che mi venga la gotta…
N: Dopo parecchi minuti passati a discutere a suon di insulti il Commodoro decide di accontentare il Ragazzo Cane e di accompagnarlo in una avventura montanara alla ricerca dei funghi per un risotto. Dopo aver deciso la meta, che doveva essere ovviamente in montagna ma non troppo lontano dal mare, dopo quattordici giorni di viaggio, i due amici attraccarono la barca a Plaja Formosa nell’arcipelago di Madeira.
RC: Bene Commodoro, sono andato a pisciare, ho spento i motori, legato le cime, chiuso i boccaporti, riordinato il sartiame, dato da mangiare a Fred. Siamo pronti per la montagna.
CW: Beh ragazzo devo dirti che sono piuttosto emozionato per questa nuova avventura. Pensa la vita… Qualcuno un giorno mi raccontò di un elisir della felicità prodotto proprio da queste parti. Vai a vedere che se abbiamo culo ci scappa anche l’elisir.
RC: L’importante è che sia alcolico, giusto Commodoro. (risata)
CW: (ridendo) Ci puoi scommettere. Dunque, lo zaino lo abbiamo, la fiaschetta con il liquore della vergine calda anche. Un paio di panini li hai presi tu, vero? Direi che possiamo incamminarci.
RC: Da questa parte Commodoro. Qui inizia la salita al Pico de Arieiro. 1818 metri di altezza, tutta da scalare. Mi sento già meglio al pensiero di una passeggiata.
CW: Non ne sono sicuro ragazzo. Te lo dirò tra un po’.
N: Il Ragazzo Cane, abile e sicuro nei suoi movimenti, si arrampicava con agilità tra le rocce appuntite e i sentieri scoscesi, mentre il Commodoro, decisamente fuori dalla sua zona di comfort, arrancava con fatica, fermandosi ogni tanto a spillare qualche sorso di liquore della vergine calda. L’ossigeno, così come le parole, gli mancavano.
RC: (paziente) Vedi, Commodoro, la chiave è trovare un ritmo. Non correre, non forzare il passo vecchio. La montagna ti guiderà. Serve ritmo, samba, salsa, insomma…hai capito. Hop Hop nonnetto.
CW: (ansimando pesantemente) Va fa ‘nculo
N: Con il passare delle ore, il Ragazzo Cane continuava a istruire il Commodoro, che ormai era allo stremo delle forze. A mano a mano che la salita proseguiva, la vegetazione si faceva più rigogliosa e il profumo degli alberi invadeva l’aria di aromi nuovi. Subito dietro ad un gigantesco masso ricoperto di verde muschio i due amici si fermarono di scatto davanti ad un crepaccio aperto nel suolo.
RC: Vedi anche tu quello che vedo io? È una donna quella laggiù?
CW: (Ansimando) Non saprei ho gli occhi annebbiati per la fatica. Una donna dici? Descrivila!
RC: Beh insomma… è piegata su un fianco… capelli neri, lunghi. Fisico atletico mi pare. Gambe muscolose. Da l’idea di essere una bella donna. Sai cosa, io scendo nel crepaccio. Aiutami a tenere la corda. Tienila stretta vecchio!
CW: Un attimo ragazzo che mi bevo un sorso di liquore della vergine calda e ti aiuto.
N: Il ragazzo coraggioso, con l’aiuto del Commodoro, scende nella stretta gola e in poco tempo raggiunge il corpo inerme che pare essere ancora vivo. Lega la cima della corda alla vita della creatura in modo che il Commodoro possa tirarla su e in pochi minuti, anche con l’aiuto dal basso, il corpo è disteso ai piedi del Commodoro.
RC: (gridando dal fondo del crepaccio) È ancora viva vero?
CW: Certo, respira ma non ha ancora ripreso i sensi. Incredibile, è bellissima.
RC: Bene. Allora tirami su.
CW: Un attimo. Provo a farla rinvenire.
RC: Senti vecchio, non è che potresti tirarmi su?
CW: Stai cane ragazzo, sto osservando questa donna. È l’ottava meraviglia del mondo. E guarda che strano pendaglio indossa su questo meraviglioso collo taurino.
RC: (sempre dal fondo del crepaccio) Taurino? Si ok. (scocciato) Non è che per caso mi daresti una mano? Da solo non riesco. La roccia è scivolosa.
CW: Ha un viso mascolino ma è bellissima. E che capelli, di un nero così intenso e di un profumo di… come di… saggezza.
RC: Saggezza? Porca puttana Commodoro mi vuoi tirare su?
CW: Sotto a questa peluria invitante ha labbra carnose, sembrano due ciliegie mature.
RC: Donna pelosa? Cazzo Commodoro. Tirami su!
CW: Si ma stai calmo. Eccomi, eccomi. Certo che non hai veramente pazienza.
N: Con un po’ di fatica il Commodoro recupera il ragazzo Cane dal crepaccio. I due si accovacciano al capezzale della donna che piano piano sta rinvenendo.
RC: Commodoro, sta aprendo gli occhi. Allontanati, lasciala respirare! Ecco. Ecco.
Elyndre: (stordita) Los elfos de la montaña?
CW: Los elfos? Gli elfi? (risata) No angelo. Siamo marinai. Stai tranquilla. Hai battuto il capo.
E: Il capo. No lo sé, me siento sacudido y me duele la spalla. Entonces no siete elfi? Marineros siete? En las montañas?
RC: Marineros certo. Stiamo cercando funghi. Per un risotto. E tu chi sei?
E: Para un risoto? Cosa es un risoto?
RC: Un risottto con i funghi. Mangiare. Mi capisci? Riso. Con i funghi. Buono. Mangiare.
E: I funghi achi le damos agli animali. Jo soy Elyndre, discendente del druido Tharion y vivo en esta montaña. En la cima della montagna in total y mística solitudine.
CW: Mi perdoni Elyndre ma non posso fare a meno di osservare lo strano pendaglio che ha al collo.
E: “La Esencia del Bosque”. Ha estado en mi familia druida per muchas generaciones.
RC: Quindi anche lei è un… una druida. E, perdonami, cosa ci facevi in fondo a quel crepaccio?
E: Crepacio? Grieta… Soy scivolado su quella… quella mierda de pipistrello.
N: Elyndre indica un mucchietto di feci di colore chiaro, proprio sul bordo del crepaccio.
Il Commodoro curioso prosegue con le domande…
CW: Quindi è scivolata sulla mierda de pipistrello. E cosa cercava Elyndre, stava cacciando?
E: Caza? Sacrilegio. Absolutamente no, no cazzo. Estaba cercando “La Sonrisa del Sol”, una planta que necesito para preparar un elixir. Una receta mui antica. Antichissima.
RC: Un elisir ha detto? E che tipo di bevanda sarebbe?
CW: La Sonrisa del Sol?
E: Jo no sé si puedo fidarme de voi marineros? Pero también es cierto que me salvaste la vida. Bien. Es un… un elixir mui antico e misterioso…
RC: Mui antico e misterioso dice…
E: L’elixir della (pausa) felicidad.
CW: E lo sapevo che eravamo fortunati. Dai che la aiutiamo. Ti aiutiamo a trovare questa pianta. Com’è fatta?
RC: Però se la troviamo ci farai assaggiare l’elisir vero?
E: Todo depende de la pureza de vuestro corazon. I aora ayudeme ad alzarme. Marineros.
N: Elyndre si alza a fatica con l’aiuto dei due uomini e inizia a descrivere nei minimi dettagli la pianta che sta cercando. La Sonrisa del Sol. I due avventurieri insieme ad Elyndre, perlustrando il bosco, riescono a trovare molti funghi commestibili che il ragazzo Cane raccoglie e ripone in un sacchetto di stoffa e, quasi al calare del sole, alla base di un cespuglio di bacche “Aronia” il Commodoro scorge “La Sonrisa del Sol”. Elyndre entusiasta lo bacia appassionatamente e raccoglie la pianta con una cerimonia particolare che, sostiene, mantiene le radici vive molto a lungo perché il prezioso liquido che le serve, sta proprio nelle radici. Il buio nel frattempo li sorprende ed Elyndre invita i due marineros a passare la notte nella sua accogliente caverna, sulla cima della montagna.
RC: Commodoro, fa freddino qui fuori, non ti sembra?
CW: Dici? Mai stato meglio, sarà l’ardore che mi è preso da quando ho conosciuto Elyndre. Incredibile. Non lo so ma mi sento così felice quassù. Hai visto prima, nel bosco, quando ho trovato la pianta? Mi ha baciato.
RC: Si ma non ti montare la testa vecchio. Potresti essere suo padre. E poi, scusa se te lo dico… per quello che sappiamo potrebbe comportarsi così con tutti. Magari è una tradizione dei druidi… cosa ne sai.
CW: Figlio di un gorgotto. Ma cosa ne sai tu di donne. Sai giovine… Credo di essermi invaghito di Elyndre. Piuttosto… Hai visto che fondoschiena? Che natiche? Sembrano dure come il marmo di Carrara.
RC: Se lo dici tu. Piuttosto… Commodoro, che dici se mi metto a cucinare i funghi? Oggi non abbiamo ancora mangiato e io ho lo stomaco che brontola.
CW: Fai quello che vuoi Ragazzo Cuoco. Io torno dentro la grotta a corteggiare quella Dea. Lo sai vero che sta distillando il liquido di quelle radici? Vado… (allontanandosi) E quando la ritrovo una donna così che distilla clandestinamente. A dopo…
N: Il ragazzo cane seduto fuori dalla grotta, al lume di una lampada a olio, inizia a ripulire i funghi dalla terra e intanto sta pensando a come potrebbe cucinarli. Certo se avesse dell’aglio, del prezzemolo, magari del riso… ci scapperebbe un bel risottino. (pausa) Ad un certo punto nel bosco alle sue spalle si sentono dei rumori, un gran spostare di rami e frasche, un grugnito profondo e un paio di scoreggie.
RC: Oilà. C’è qualcuno? Commodoro non fare il cretino, lo so che sei tu che scoreggi. Lo sai che mi spavento facilmente. (risata) Commodoro, Elyndre. Dai non fate i deficienti…
N: Ecco che da un cespuglio esce un gigantesco orso dal pelo scuro. L’orso è in piedi sulle zampe posteriori e punta proprio in direzione del Ragazzo che nel frattempo indietreggia verso la caverna.
RC: Buono, bestione. Stai calmo. Non vuoi mangiarmi vero? (scoreggia) No… tu non sei qui per mangiare me… sono pelle ossa e… alcolici. Non ne vale la pena. Intendo… io non mi mangerei. (smorfia) Puatch faccio schifo.
N: L’orso enorme, tra una scoreggia e l’altra, avanza curioso e il ragazzo ormai in preda al panico non sa cosa fare. Sa benissimo che non può correre, che non può urlare. Può solo muoversi lentamente senza bruschi movimenti. Ed è quello che fa. Tremando indietreggia lentamente. L’orso nel frattempo ha raggiunto il sacchetto con i funghi e inaspettatamente, frugando nel sacco, lo strappa e inizia a mangiare avidamente tutti i funghi.
RC: No cazzo, quelli erano per il risotto. Maledetto orso. I miei funghi…
N: Per fortuna l’obbiettivo erano i funghi. L’orso in un baleno si mangia tutto il contenuto del sacco, soddisfatto si gira verso il bosco, tira una scoreggia delle sue e se ne va tranquillamente a quattro zampe. Il ragazzo Cane poco alla volta ritrova la forza di muoversi e corre verso la grotta per chiamare il Commodoro ed Elyndre.
RC: Commodoro, Elyndre… presto uscite! Sono stato attaccato da un orso.
CW: Per tutti i granchi, un orso dici? E ti ha ferito? Come stai? Dov’è andato?
RC: Macchè no. Per fortuna. Si è pappato i funghi del nostro risotto e se ne è andato. Ladro di un orso bastardo.
E: Escúchame. Es un grande orso dal pelaje mui scuro che fa aire dal culo?
RC: Pelaje? Pelo scuro… aire dal culo? Si è lui. Lo hai già visto?
E: Cavron de un orso. Siguramente è “Choco Pelón” anda por aqui.
CW: “Choco Pelón” e chi sarebbe?
E: L’orso que vive aquí en el bosco. Ahoro lo chiamo. (chiamandolo) Choco Pelón, Choco Pelón. Ven aqui. Choco Pelón. Orsito…
N: Ecco che dal bosco arriva il gigantesco orso dal pelo scuro, e scoreggiando si avvicina ad Elyndre con l’aria tranquilla. L’orso è talmente grande che il Commodoro in confronto sembra un ragazzino e per sentirsi all’altezza della situazione si mette in punta di piedi.
RC: (con timore) Eccolo che arriva. Mamma che puzza.
CW: Donna, lascia fare a me. (gradasso per fare colpo su Elyndre) Senti un po’ Choco Pelón. Fetente scoreggione. Come ti sei permesso di mangiare tutti i nostri funghi? Io ho preso a calci bestie molto più grosse di te… e per ragioni ben più stupide…
E: (con cautela) Mantén la calma. Es un bestion Commodoro. Mui rispecto. Mui tranchilo. Esta calmito, Commodoro. Es un bestion.
CW: (grassa risata) Stronzate. Choco Pelón mi fa un baffo. (rivolto all’orso con fare sprezzante) Orsetto cattivo e scoreggione, non farmi girare i cocones altrimenti ti sbatto come un tapp…
N: Il Commodoro non riesce a terminare la frase che l’orso lo mangia in un solo boccone e lo inghiotte tutto intero come fosse un antipasto. Dopo un paio di scoreggie rumorose, l’orso si volta e soddisfatto con calma se ne torna nella foresta.
RC: (piangendo e urlando) Commodoro? Se lo è mangiato in un boccone. Commodoro. Hai visto? E tu non dici nulla? Vecchio… dove sei… vecchio… Facciamo qualcosa…
E: El Commodoro ha fatto lo stronzo. Le dije de stare tranquilo. Cazzo è un orso gigante. Respecto necesita respecto. Se lo comió como si fosse un pincio.
RC: (sempre piangendo) Non facciamo nulla? Non lo inseguiamo? Catturiamolo cazzo! Come farò adesso? Era il mio compagno di viaggio. Era come un padre. Non ho più nulla senza di lui. Fai qualcosa…per la miseria. Fai qualcosa…
E: Ascoltame jovine. Calmate. No esta più. El Commodoro no esta più. Es la vida. Ascoltame niño. La cosa mui importante no es la muerte, ella viene inexorablemente, es como el Commodoro ha vivido. Tutti siamo destinati a morir. Lo importante è vivere intiensamiente, senza rimpianti. Vedi como va la vida? Un dia stai el la plaja con un cocktail al melon. Un altro dia un orso te pappa como un bocadijo se fai el cojon. Es la vida.
RC: Es la vida dici? Si, ma è successo tutto così in fretta. Non sono preparato. Cosa farò adesso… senza di lui… (pausa in cui si ricompone) Hai ragione il Commodoro ha vissuto intensamente e senza rimpianti. Es la vida dici? Ebbene… Ha vissuto più di te e di me messi insieme quel vecchio balordo. Quante avventure, viaggi, alcolici e donne… Se ne è andato a modo suo… alla grande.
E: Facendo lo stronzo con un orso?
RC: No. In grande stile. (con commozione) Elyndre, in alto lo sguardo al cielo. Quando si parlerà di lui si ricorderanno le mirabolanti avventure, le battaglie epiche, le sbronze colossali e le sniffate di copertoni. Se ne è andato degnamente, alla grande. Mangiato in un solo boccone da un grande orso scoreggione. Addio Commodoro. (tirando su con il naso) Cazzo… Anch’io voglio andarmene così un giorno.
E: Vuoi che richiamo Choco Pelón?
RC: Neanche per idea. Sai una cosa Elyndra…
E: Dime niño.
RC: È la prima avventura con il compianto Commodoro Wilkinson in cui non abbiamo mai trovato un pene.
E: (risata) Evidentemente no me conosci così bien.