Un notte da ricordare (Christmas Special)
Una notte da ricordare
Narratore (N): È la notte del 24 dicembre. Le stelle brillano sopra un mondo in attesa mentre Babbo Natale si prepara a partire con la sua slitta. Nessuno al mondo avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe successo quella sera. Nemmeno lui.
Babbo Natale (BN): Ok, ragazzi, facciamo il check. Slitta calda, renne pronte... Ehi, non dimentichiamoci il Bollatempo… e dove diamine è Narglefizz? Nar… dove sei Nar…
N: Narglefizz, l’elfo più particolare che avesse mai calcato i pavimenti ghiacciati del Polo Nord, spuntò dalla stalla delle renne. Aveva un’espressione colpevole e il suo viso, dagli occhi decisamente troppo grandi per quella testina, era di un rosso acceso.
Narglefizz: Eccomi! Scusate il ritardo, capo. Ho... ehm... raccolto qualche ingrediente per un progetto personale. E naturalmente il Bollatempo. Eccolo.
BN: Razza di pervertito…Non voglio nemmeno sapere cosa stai combinando. (con autorità) Vai alla slitta e controlla che tutto sia in ordine. E smettila di guardare Donner in quel modo, è inquietante! Lo sai vero. Dammi il Bollatempo. E Partiamo, sarà una lunga notte. O o o
N: Nel frattempo, in una casetta sperduta nel bel mezzo della Lapponia, il Commodoro Wilkinson, il vecchio lupo di mare, con un bicchiere di qualcosa di alcolico in mano, stava litigando con il Ragazzo Cane, il suo giovane amico.
Commodoro Wilkinson (CW): Non capisci niente testa di calamaro. Te l’ho già spiegato, il Natale è una scusa per bere grappa e dimenticare tutti i problemi. Altro che famiglia, regali, alberelli e Babbo Natale.
Ragazzo cane (RC): Commodoro, non puoi passare ogni festa così! Ti conosco già da un po’, tu hai qualcosa contro le feste, proprio non ti vanno giù. Ci deve essere qualcosa di magico là fuori. Io voglio credere nel Natale. Io, se proprio lo vuoi sapere ti ho portato qui, in Lapponia proprio per lui.
CW: In questo freezer! Lui dici? Quel vecchio rincoglionito? Ma non crederai veramente che esista… tutta questa storia… è fatta solo per vendere regali e fare mercatini e tutte quelle cazzate la.
RC: Mi spezzi il cuore. Lurido stoccafisso ghiacciato. Deve esserci almeno qualcosa di vero. Senno che senso avrebbe la vita.
CW: L’unica cosa vera è il freddo che mi sta congelando le natiche. Potevamo essere alle Antille e invece guarda dove mi hai trascinato… in Lapponia. Che posto di merda. Freddo e ghiaccio… e… freddo.
RC: (quasi piangendo) Questa è una notte magica, me lo sento nelle ossa. Non rovinarmi il Natale vecchio baccalà rinsecchito.
CW: Ma lo sai che il vestito di Babbo Natale, quello “fru fru” bianco e rosso, è stato inventato dalla Coca Cola? E tu vorresti farmi credere che c’è qualcosa di vero in tutta questa messa in scena. Sentitelo il moscardino credulone… è una notte magica (risata)
N: Ma il destino beffardo aveva altri piani. Uno schianto assordante fece tremare la casa, Babbo Natale aveva mancato un atterraggio e si era schiantato nel giardino della casupola di tronchi dove stavano discutendo i nostri due amici.
CW: Per la barba di Nettuno. Che diavolo è stato? Ragazzo Accendino, hai fatto partire il barbecue esplosivo di nuovo?
RC: No cazzo, assolutamente no. Sono sempre stato qui con te. Non mi sono mosso dalla poltrona.
N: Il ragazzo si alza dalla vecchia poltrona e si avvicina alla piccola finestra, scosta la tenda e rimane a bocca aperta.
RC: C'è... c'è… è caduta una slitta nel giardino. E delle renne... Oddio, che disastro!
BN: (rantolando mentre si alza da terra): Ma chi ha parcheggiato quella dannata quercia lì? Nargeflizz, disgraziato sei sicuro di aver legato bene la slitta alle renne? Ho perso il controllo in curva.
NAR: Ma si, come sempre, un gancio e tre giri di fibbia per ogni renna, sono nove renne, 27 giri. Il moschettone grande va sopra i ganci a forma di pene, il moschettone piccolo sotto… su… intorno… dentro al… forse ho scordato dove va il moschettone piccolo… dunque… quello piccolo…
BN: Ecco appunto, il moschettone piccolo, dove lo mettiamo? Dove lo mettiamo il moschettone piccolo? So io dove te lo metterei il moschettone piccolo. Maledetto Nargeflizz… ma dove hai la testa? Ma guarda tu…
NAR: Joulupukki, non sai quanto mi dispiace, è che… lo sai che la sera di Natale… il ricordo mi distrugge, proprio in questa notte di dicembre. Comunque niente di grave in quella casa di tronchi c’è una luce accesa, sicuramente potranno aiutarci a sistemare la slitta e ripartire in men che non si dica. Vado a chiedere. Penso a tutto io. Arrivo subito.
N: Ecco che l’elfo in tutta fretta bussa alla porta della casetta in cui stanno i due nostri amici. Il Ragazzo Cane apre la porta e si trova davanti un esserino alto poco più delle sue ginocchia. L’elfo indossa una giacchettina di cuoio piena di bottoni dorati e dei pantaloni alla zuava verde scuro. Ai piedi ha degli scarponcini con la punta arrotolata verso l’alto.
CW: Chi diavolo è a quest’ora? E con questo freddo? Chiudi la porta porcaccia …
RC: Prego piccolo esserino, entra al caldo. Vieni. Chi sei? Che cosa è successo la fuori?
NAR: Mi chiamo Nargeflizz e sono l’assistente del signore che sta la fuori sulla slitta rovesciata. Avremmo bisogno di aiuto per ripartire con urgenza. Abbiamo un compito importante da concludere e voi siete l’unica speranza in questa notte.
CW: Sentimi bene sgorbietto, io non ho nessuna intenzione di congelarmi i testicoli a raddrizzare una fetente slitta proprio la sera di Natale.
RC: Ma Commodoro, hanno bisogno di aiuto.
CW: Ho il mio bel fuoco, una calda coperta sulle gambe e la mia Grappa di Montone che mi sta riscaldando che è una meraviglia. Quindi stronzetto vedi di andartene prima di subito.
RC: Toglimi una curiosità Nerchietto…
NAR: Grappa di montone? Potrebbe andare bene per il mio Grog Elfico! Nargeflizz, mi chiamo Narglefizz. Non è che potrei avere…
RC: Quel signore possente con la barba bianca, la slitta, le renne… non è per caso chi penso che sia?
CW: Ancora con questa stronzata di Babbo Natale…
RC: Si esatto, ancora con la mia idea…
NAR: Intendi forse Joulupukki?
RC: Joulupukki? E chi sarebbe? Io intendevo Babbo Natale.
NAR: Si Jouluukki è il suo nome qui in Lapponia. Babbo Natale è come lo chiamate voi… Siete italiani vero? L’ho capito subito. Spaghetti co pummarola ‘n coppa? Uè uè mandolino e cantare Uè… O sole mio…
CW: Ma questo è tutto scemo. Ma dove siamo capitati. Potevamo essere alle Antille, povero me come sono caduto in basso. Togliti dalle palle Nerchietto! Mandalo via!
RC: Mi stai dicendo che quello la fuori è… è… Babbo…?
N: Proprio in quel momento, con un tonfo si spalanca la porta e fa il suo ingresso proprio lui, la star: Joulukki alias, Babbo Natale.
BN: Ooo Allora amici si può avere qualcosa da bere in questa notte gelida? Tu, novellino co la coperta sulle gambe, perché non mi dai un sorso di quella bevanda che stai degustando?
CW: È arrivato il vecchiardo che vuole la mi grappa. Col cactus. A chi hai dato del novellino? Sei tutto scemo o il freddo ti ha dato alla testa. Io, lurido barbone sono il Commodoro Wilkinson e ho assaggiato tutti gli alcolici che ci sono al mondo. Tu piuttosto chi cazzo sei?
RC: Commodoro ma ancora non l’hai capito? È lui. È Babbo…
BN: Chiaro come la luna di dicembre ragazzo. Il solo e unico, l’inimitabile Santa Claus, Papa Noel, Julenissen o come diavolo volete, tanto sono sempre io.
CW: (risata) E io sono topolino… ma va a fan’culo.
NAR: Il Commodoro ha le palle quadrate a quanto pare.
BN: Fai parlare me Nar. Bene bene abbiamo un agnostico. Allora te lo dimostro. La tua tazza, quella che stai sorseggiando è (pausa) Grappa di Montone australiano che ha distillato per te il capo di una tribù aborigena. Ngurungaeta della tribù Wurundjeri. Ho dimenticato qualcosa? Si è prodotta distillando il mirto limone, il Pepperberry e la spremuta di gonadi di montone maschio. (con aria di sfida) Dico bene?
RC: Commodoro… ci ha preso in pieno. Ma come hai fatto?
NAR: Posso chiedere una cosa…
N: Il Commodoro rimane muto, scosta la coperta dalle gambe, appoggia la tazza con la grappa e lentamente si alza dal divano. Si avvicina a Babbo Natale e…
CW: Ascoltami bene, lurido lappone barbuto. Come hai fatto?
NAR: Lui sa tutto. È Joulukki. Posso chiedere…
BN: Dopo Nar. Ancora non mi credi. Ebbene… Tu sei…(pausa) Valdes, Nicholas, Jacobbe Wilkinson. Di padre inglese e madre italiana. Hai un cuore grande ma non te lo ricordi più e… ce l’hai con me perché quella notte di tanti anni fa, il tuo settimo Natale, io non sono passato nei tuoi sogni. Dico bene? È che sai, quella notte, la mia slitta ha perso un pattino e abbiamo dovuto annullare il passaggio sull’Inghilterra. Da quella notte tu non hai più creduto in me. Non ho mai potuto farmi perdonare… ma stanotte…
N: Il Commodoro, scoppia a piangere e abbraccia il grande vecchio. I due rimangono abbracciati singhiozzando per parecchi minuti mentre Babbo Natale continua a massaggiare la schiena del Commodoro con un affetto paterno. Ad un certo punto…
CW: Ehi vecchio vacci piano con i massaggi, non è che per caso ti piaccio? Mi stai rompendo le vertebre.
NAR: Che momento toccante… vado a toccarmi di la, a voi non dispiace?
CW: Nerchietto non fare lo stronzo. Perdonami per non aver più creduto in te. Avevo solo sette anni, è stata davvero dura per me. Da quell’anno sai è stata dura… Vuoi della Grappa di Montone? È tutta tua.
NAR: Allora resto qui buono buono. Adesso posso chiedere una cosa…
RC: Mi sto commuovendo. Che meraviglia… che notte meravigliosa. Posso abbracciarti anch’io Babbo?
BN: Neanche per idea. Non ci provare stronzetto. Tu non hai bisogno di coccole. Piuttosto… il tempo è tiranno. Ci date una mano con la slitta? Non prima di… Su avanti Narglefizz, sputa il rospo.
NAR: Grazie Joulukki.
BN: Su avanti, non fare il timido, chiedigli quello che ti serve.
N: Il piccolo elfo trovò il coraggio di raccontare. Desiderava ardentemente una bottiglia di grappa per preparare il Grog Elfico, serviva un distillato, possibilmente ad alta gradazione in cui si lasciavano in infusione, per almeno una settimana, i peli di testicoli di renna rasati il 24 dicembre. La bevanda che ne usciva aveva il potere di riportare in vita i ricordi in un modo così nitido che sembrava di rivivere i momenti passati.
NAR: Tanti anni or sono, mia moglie Aurora se ne andò proprio in questa notte e mi lasciò per un troll puzzolente. Uno sciupa femmine con la catena d’oro al collo, la camicia a fiori e le unghie dei piedi colorate. Un Troll Hippie.
BN: Da allora ogni anno il povero Narglefizz, l’elfo feticista, prepara questa potente bevanda la sera di Natale radendo di nascosto le palle delle mie renne maschio, convinto che io non me ne accorga...il furbetto… Per ricordare sua moglie Aurora, la mignotta che lo lasciò per un lurido Troll Hippie.
NAR: Mignotta? Beh dai… Non esagerare…
RC: No, no non sta esagerando. Ti ha lasciato? Proprio a Natale? Ha ragione Babbo Natale.
CW: Che mignotta… Ok ti darò la grappa. Toglimi una curiosità Babbo Natale. Ma i regali dove li tieni? Quelli per i bambini intendo?
RC: E poi… come fate a consegnarli tutti, in tutto il mondo la sera di Natale?
BN: Forse non hai capito Valdes, noi non consegniamo i regali, non più da almeno quarant’anni, quelli li comperano i genitori per i figli più fortunati. Noi regaliamo il sogno di Natale.
RC: E cosa sarebbe il sogno di Natale?
BN: La magia di credere nelle cose che ci piacciono, la magia del desiderio, del misterioso che ci affascina e ci fa sentire speciali. Questo è il regalo che portiamo. Riguardo al tempo di consegna in una sola notte…
NAR: Quello è possibile con il Bollatempo. È una invenzione del qui presente Babbo Natale. Ferma il tempo e ci permette di passare nei sogni dei bambini di tutto il mondo. Per voi dura un istante per noi dura…
BN: 18 giorni e 18 notti.
RC: E tutto il resto dell’anno cosa fate? Se non dovete fabbricare i giocattoli che cosa fate?
BN: Noi?
CW: Si voi, che fate tutto il resto dell’anno?
BN: Ce ne andiamo alle Antille, ho un chiringuito in riva al mare. Avete presente? Cocktail, sole, mare e grigliate di pesce e… tanta tanta passera.
N: Fu così che, tra brindisi e abbracci affettuosi, proseguirono i racconti del mitico Babbo Natale con tutti i dettagli più divertenti. A tarda notte, dopo aver ripristinato la slitta e donato la bottiglia di Grappa a Narglefizz si diedero appuntamento a fine gennaio a Plage des Salines sull’isola di Martinica nelle piccole Antille.
CW: Perché il Natale per noi etilisti è questo: una scusa per mescolare all’alcol cose improbabili e tirare fuori un pizzico di magia.